Chando Erik Luna ha rilasciato un’intervista shock alla rivista cartacea nazionale EVA3000 in cui ha parlato per la prima volta della sua difficile e dura lotta contro la bulimia. Finora non ne aveva mai parlato in pubblico. Ora il 32enne attore, modello e influencer spagnolo ha deciso di raccontare il suo dramma.

Uno degli uomini più belli del mondo secondo il magazine Arena, che lavora con grandi fotografi e stilisti di rilievo internazionale, era arrivato a pesare soltanto 65 chili. La storia dell’ex fidanzato della diva delle telenovelas Grecia Colmenares fa davvero molto riflettere.
HACKERATO L’ACCOUNT INSTAGRAM DI CHANDO ERIK LUNA: INTERVISTA ALL’ATTORE
Chando Erik Luna ha dichiarato a EVA3000: “Non avrei mai pensato di soffrire di questo disturbo del comportamento alimentare. Tanti anni fa pensavo che fosse un disturbo che colpisse soltanto le donne, poiché ci educano a pensare che l’uomo non deve mostrare debolezze e tantomeno insicurezze riguardo al fisico”.

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“All’età di 14 anni ero già alto 183 centimetri e pesavo 80 chili – ha riferito l’attore spagnolo -, praticamente ero un ragazzo atletico e sempre in perfetta forma. Giocavo a calcio e avevo muscoli dappertutto. Tuttavia, quando ero arrivato a Parigi all’età di 16 anni per lavorare come modello, la mia agenzia mi chiedeva di perdere quei muscoli. Molto prima che Instagram celebrasse i modelli di fitness come delle star del web, il mondo del fashion richiedeva che i suoi modelli maschili fossero molto magri. Iniziai a seguire una dieta per debellare i muscoli – ha proseguito -, ma non perdevo molto peso. Un giorno, un modello mi disse che il modo perfetto per perdere peso sarebbe stato il seguente: assumere lassativi e vomitare il cibo dopo ogni pasto. Proprio di fronte a me, questo modello aveva tagliato un pezzo di mela, l’aveva legato con del filo interdentale e dopo averlo ingoiato, aveva tirato il filo con forza fino a vomitare. Provavo paura e disgusto a farlo, ma alla fine seguii il suo esempio…da quel momento iniziò il mio incubo. Un brutto sogno che è durato molti anni…”.

Chando ha poi continuato: “Dal 2004 al 2016 vomitavo cibo per essere sempre più magro. Un periodo drammatico contrassegnato da bassa autostima, da infinite alterazioni del mio peso e dalla fine del mio primo matrimonio”.
Come reagirono i suoi cari? “A volte ero muscoloso e a volte ero così magro – ha detto l’attore e modello spagnolo -, a tal punto che mia madre piangeva quando mi vedeva. A volte pesavo 84 chili e altre 65 chili e sembravo un’altra persona… Non era solo bulimia ma anche l’ossessione per la mia immagine: diete estreme e giornate a mangiare solo caffè e mandarini. Quando tornavo in America, dove il modello predominante era quello del ragazzo muscoloso, abusavo di steroidi. Nel 2016 mi guardai allo specchio e dissi: Basta! Non potevo andare avanti così. Mi stavo uccidendo e stavo procurando grande dolore e dispiacere anche alla mia famiglia. Così decisi di chiedere aiuto”.

Oggi si sente rinato? “Non è facile guarire dalla bulimia… ogni giorno devo scegliere tra essere perfetto e avere una vita sana – ha asserito Chando -. Ho 32 anni e peso 85 chili. Faccio esercizio cinque volte alla settimana e mangio molto sano, ma non seguo alcuna dieta. Non vedo più il cibo come un nemico, ma non posso mangiare piatti ipercalorici, perché poi non riesco a smettere di sentirmi in colpa. Tramite il mio sito web aiuto le persone che vivono questo dramma – ha aggiunto – Molte persone intelligenti, come me ma con l’ossessione per l’immagine perfetta, finiscono nel tunnel della bulimia, di cui quasi nessuno parla. In realtà è un enorme problema di rilevanza sia sociale che sanitaria, di cui soffrono anche tantissimi uomini”.
Sul suo profilo Instagram ha poi scritto il seguente post: “Avere un disturbo alimentare non e? un segno di debolezza o un difetto del carattere. Inoltre, non e? qualcosa che puoi superare semplicemente con la forza di volonta?. Molte persone lottano con i disturbi alimentari per molto tempo. Se raggiungo una sola persona attraverso questa intervista sono soddisfatto. Grazie”.